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Quinto centenario della Morte di San Francesco di Paola PEREGRINATIO 2008 L’ORDINE DEI MINIMI La Chiesa ha giudicato san Francesco come un uomo inviato dalla Provvidenza di Dio per i bisogni del suo tempo, investito del dono di una particolare vocazione o carisma per richiamare i cristiani a prestare attenzione ad alcuni particolari valori del Vangelo, che avrebbero potuto riparare i mali dei quali la Chiesa nel suo insieme soffriva e contribuire così alla sua riforma. La particolare vocazione ricevuta da san Francesco di Paola è stata quella della penitenza evangelica, che egli ha lasciato poi ai suoi seguaci, quando il Signore lo ha spinto a fondare l’Ordine dei Minimi. All’Origine dell’Ordine il fascino di una vita da seguire Sappiamo che le origini dell’Ordine sono da individuare non in un progetto di Francesco, in quanto egli pensava solo ad una vita di eremita solitario, ma nel fatto che alcuni chiesero a lui di seguirlo nella vita eremitica. Da allora iniziò un processo di graduale discernimento che condusse Francesco ad essere fondatore di una nuova famiglia religiosa nella Chiesa. Essa iniziò come la Congregazione eremitica di san Francesco d’Assisi in Paola (1470), poi divenne l’Ordine dei Minimi poveri eremiti di fra’ Francesco di Paola (1493), ed infine l’Ordine dei Minimi di fr. Francesco di Paola (1501). All’inizio era composto di soli frati, il Primo Ordine, poi ad essi si aggiunge il Terzo Ordine (1501), il movimento laicale, che si colloca nella scia dei movimenti penitenziali laicali del medioevo e come questi propone il rinnovamento di vita. A differenza degli altri movimenti laicali, quello dei Minimi presta grande attenzione ai problemi dell’usura e non a quelli dell’ ortodossia, per i cambiamenti del tempo, che ponevano in grande evidenza i problemi legati alle attività commerciali. Nel 1506 si aggiunse ufficialmente anche il Secondo Ordine, le claustrali, che professano la stessa Regola dei Frati, con l’aggiunta della clausura perpetua. È importante rilevare come in una lettera, scritta al primo nucleo di monache, san Francesco le esorti a pregare per la pace, proponendo loro così di avere dalla clausura uno sguardo sul mondo. Il contributo dell’Ordine alla riforma della Chiesa Istituendo l’Ordine dei Minimi, san Francesco da un contributo importante alla riforma della Chiesa, ponendosi nel contesto di riforma dal basso, che caratterizzava tanti tentativi all’interno della Chiesa, soprattutto tra i religiosi. Di questi movimenti egli assorbe le tematiche, proponendo così una riforma intesa come ritorno alle antiche forme di vita religiosa, penitenza al primo posto, dimenticate nel generale clima mondano esistente nella Chiesa. Egli vuole caratterizzarsi con più forza come movimento penitenziale, riproponendo l’austerità classica dell’ astinenza quaresimale dalla carne e dai derivati per tutta la vita, dentro e fuori convento. Di questa astinenza praticata in tal modo fa un voto, pari agli altri dello stato religioso, e lo prescrive ai frati e alle monache, mentre ai terziari la propone come scelta libera. Pertanto l’Ordine dei Minimi si caratterizza nella Chiesa come dotato di un carisma penitenziale, quello della vita quaresimale, e si pone con una originalità tutta propria tra la vita monastica e quella degli Ordini mendicanti. Proponendo la vita quaresimale, san Francesco non propose solo l’astinenza, ma tutto il patrimonio spirituale che la Chiesa vive in questo tempo liturgico, quindi anche la dimensione contemplativa (preghiera e ascolto della parola di Dio, caratteristica soprattutto delle monache) e quella caritativa (per i frati l’obbligo di dare in elemosina il sovrappiù dei loro beni, per i terziari la proposta delle opere di misericordia). La penitenza quaresimale, strada per il rinnovamento della vita Per questo motivo la Regola fu definita da Giulio II «luce che illumina i penitenti nella Chiesa», indicando cosi, soprattutto ai frati, la missione di una predicazione incentrata sul rinnovamento della vita e l’impegno nell’ amministrazione del sacramento della riconciliazione. Fu il suo stile di vita e la proposta spirituale ad essa collegata che suscitò grande interesse in Francia, soprattutto tra quanti avevano a cuore la riforma della Chiesa. Egli divenne così un punto di riferimento importante e decisivo. Data la novità che il carisma della penitenza quaresimale portava nella Chiesa, san Francesco chiese insistentemente al papa di approvargli una Regola tutta propria. Roma invece, per non andare contro le deliberazioni del Concilio Lateranense IV, gli chiedeva di prendere una delle Regole già approvate dalla Chiesa. San Francesco insistette a lungo finché l’autorità della Chiesa lo accontentò. Furono così approvate per i frati quattro stesure della Regola, tre aprovate da Alessandro VI (1493,1501,1502) e una da Giulio II (1506); per le monache una sola (1506), per i terziari, tre (1501,1502, 1506). |
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